ESCLUSIVA, Massimo Gadda: "Vi svelo cosa è successo col Rimini. Serie C, ecco i talenti e i tecnici pronti al grande salto. Tifo Milan, ma l'Inter è favorita per lo scudetto"
Ai nostri microfoni è intervenuto Massimo Gadda, allenatore con una lunga esperienza in Serie C e nei club dell'Emilia-Romagna: ex vice di Castori al Cesena, si è sieduto tra le altre sulle panchine di Bellaria, Giacomense, Fano, Spal, Forlì e Imolese, e recentemente è stato vicino al Rimini che ha poi cambiato opinione in extremis. Da calciatore, inoltre, Gadda è stato un'icona dell'Ancora e ha vissuto un'esperienza nelle giovanili e nella prima squadra del Milan, di cui è tuttora tifoso. Ecco le parole Massimo Gadda ai microfoni di "NicoloSchira.com".
CASTORI E LA SALERNITANA - "Ho fatto tre anni con lui, al Cesena in B,e mi sono trovato benissimo. Tre anni spettacolari. Castori è un allenatore vecchio stampo, partito dal niente e dalla prima categoria e arrivato a una clamorosa promozione in Serie A col Carpi. Merita tutto ciò che ha ottenuto, e spero che riesca a riportare in A la Salernitana. Fabrizio è un sanguigno, a Carpi aveva fatto un miracolo e non l'avrei mai esonerato, anche nei momenti più duri".
SERIE C, IL GIRONE B - "Padova e Perugia, che ha due partite in meno, sono le grandi favorite. Poi ci sono outsider importanti, come Cesena, Modena e Sudtirol. Al Cesena sono molto legato, ci ho giocato e passato cinque anni: mi sono trovato bene sia da giocatore, vincendo un campionato di C e approdando in B, che da viceallenatore al fianco di Castori".
SERIE C, IL GIRONE A - "Il campionato del Renate non mi sorprende. Non ha mai lottato per la promozione, però è una società che lavora bene e ha saputo consolidarsi negli anni a suon di investimenti oculati e buone operazioni. Il Como, per blasone e non solo, è la favorita, anche se ha perso qualche colpo recentemente, ma il Renate lotterà fino alla fine. Il progetto Juventus Under-23 mi ha molto colpito, e in positivo. Peccato che non sia stato seguito da altri club e non verrà seguito neppure in futuro, credo. Si tratta di un'idea molto interessante, perchè oltre a crescere i ragazzi stanno sbarcando in 1a squadra con continuità e mostrando doti interessanti. Hanno un ragazzo di altissimo valore, Felix Correia".
IL GIRONE C E LA TERNANA - "L'unico girone in cui i giochi per il primo posto sono fatti. Vista la qualità delle rivali, con grande piazze come Bari o Palermo, era impensabile che succedesse qualcosa di simile. La squadra è molto forte, con giocatori da Serie B, e hanno trovato subito una quadra tattica, oltre a mettere in mostra una grande solidità mentale. A questo si aggiungono una piazza e una tifoseria dalla grande storia. Fermo restando che tutte le nostre valutazioni sono legate a un momento complicato, quello pandemico".
GLI ALLENATORI E LA SERIE C - "Molti allenatori recentemente sono arrivati dalla Serie C, che è una palestra davvero importante per i tecnici e sta consentendo a giovani valorosi di mettersi in mostra in panchina e poi volare verso altissimi traguardi: penso a De Zerbi, Italiano. E anche ora ci sono grandissimi allenatori, che vedremo ad alti livelli: Cristiano Lucarelli (Ternana), William Viali che era stato mio compagno al Cesena e ora lo allena, Stefano Vecchi (Sudtirol) che ho trovato alla Spal. Allenatori giovani che potranno crescere come De Zerbi e Italiano".
I TALENTI DELLA SERIE C - "Nel girone A, voto Felix Correia (Juventus U23), Morello della Pergolettese che è un esterno offensivo di 21 anni che avrà un grande futuro e Barosi, portiere classe 2000 del Grosseto. Mi piace molto il centrocampista Rada del Renate. Nel girone B il centrocampista Karic (Sudtirol), i terzini della FeralpiSalò Bergonzi e Brogni e poi ci sono un paio di centrocampisti che vedo spesso perchè sono qui vicino a me: Torrasi (Imolese) e Collocolo del Cesena. Sono tutti giovani che potrebbero fare tranquillamente una Serie B. E poi ci sono quei giocatori che stanno esplodendo tardi, sui 25/26 anni: Bortolussi (Cesena) è uno di loro, Pittarello della Virtus Vecomp che io ho allenato a Imola, Pellacani dello stesso club. Hanno tutti grandi qualità, e con loro cito anche Galuppini del Renate che ha già fatto dieci gol".
IL PUBBLICO - "L'assenza del pubblico dà vita a un calcio senza senso, però toglie la pressione e fa la differenza nel bene o nel male: aiuta quei giocatori che sentono maggiormente la pressione ad esprimersi al meglio, ma al tempo stesso azzera il fattore campo e dà adito a risultati sorprendenti. Di giocatori che rendono meglio senza pubblico, andando su un altro pianeta e pensando al Milan, mi vengono in mente Calabria e Calhanoglu".
GADDA CALCIATORE E IL MILAN - "Non ho rimpianti riguardo alla mia carriera da calciatore. Ho fatto 250 presenze in Serie B, altrettante in Serie C e 550 circa tra tutte le serie professionistiche. Non posso dire di avere rimpianti, ho alzato dei trofei e vinto dei campionati e posso dire di aver ottenuto il massimo come calciatore. L'esperienza al Milan è stata bellissima, e ne sono tuttora tifoso: ho fatto tutta la trafila nel settore giovanile, ho debuttato in Serie A contro l'Avellino e ho avuto la chance di ritagliarmi spazi importanti dopo la retrocessione in Serie B. Ho ancora adesso una chat Whatsapp coi giocatori di quel Milan, principalmente quelli che hanno giocato nel Settore Giovanile, ma all'interno ci sono anche Filippo Galli, Alberico Evani e Beppe Incocciati, che hanno ottenuto una grandissima carriera".
I SUOI ALLENATORI - "Difficile dire un tecnico solo che mi abbia influenzato nella mia esperienza da tecnico. Tutti mi hanno dato qualcosa. Novellino al Ravenna, De Biasi a Ferrara, Guerini che è stato il mio maestro nei quattro anni ad Ancona e a cui sono molto legato".
IL RIMINI - "Non so dire io stesso cosa sia successo. Sono stato a Rimini tutto il pomeriggio e quando sono andato via ero convintissimo di aver trovato un club, perchè avevamo parlato a lungo di progetti, sistemato delle cose e fatto discorsi importanti. Pensavo di dover solo tornare a firmare, poi sono andato a casa e ho saputo della scelta del presidente Rota di proseguire con l'attuale tecnico e non affidarmi la panchina. Mi ha chiamato il mattino seguente per spiegarmi le sue ragioni. Non è stata una cosa bella, è stata un'enorme delusione, però posso dire che un presidente ha il diritto e il dovere di fare ciò che vuole col club di sua proprietà, e che al mattino dopo la delusione era superata. Mi spiace perchè avevo già pensato a come lavorare al Rimini, ma bisogna andare avanti. Non ho niente da rimproverarmi, è stato tutto così improvviso...".
IL FUTURO - "Non mi mancano la voglia e la passione per allenare, però sono anche realista: non è facile cercare lavoro in questo periodo, in cui tutte le società stanno cercando di ridurre i costi e/o mantenere lo status quo e sopravvivere. Prima o poi un'occasione capiterà. Mi piacerebbe allenare il Milan in Serie A (ride), però aspetto un progetto giusto, che verosimilmente potrebbe capitare in Serie C o Serie D. Non voglio andare allo sbaraglio, cosa che spesso capita in questo paese: vorrei un progetto e una proprietà serie, dove posso esprimermi e dare ciò che so di poter dare".
LA SERIE A E IL "SUO" MILAN - "Sono un grande tifoso rossonero e mi duole dirlo, ma la grandissima favorita per lo scudetto è l'Inter. Il Milan ha vissuto grandissimi mesi, fornendo un gioco piacevole e mostrando una grandissima fiducia nei propri mezzi, ma era anche evidente che quel gruppo stesse andando oltre le proprie possibilità e fosse in un momento magico. Il Milan delle ultime partite è in difficoltà, ha perso organizzazione, smalto e lucidità, cose che finora l'avevano reso imbattibile. Ha perso il filo del discorso, può ritrovarlo, ma il suo obiettivo realistico è la top-4. L'Inter invece, per le qualità della rosa e il poter preparare un solo match, è ampiamente favorita per il titolo".
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