ESCLUSIVA - Romulo: "L'anno scorso sono stato vicino all'Inter. Il mio futuro? Mi hanno cercato tanti club, spero di restare in Italia. Toni, Pogba, Balotelli, Conte vi dico tutto"

03.02.2021 08:30 di  Redazione NS   vedi letture
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
ESCLUSIVA - Romulo: "L'anno scorso sono stato vicino all'Inter. Il mio futuro? Mi hanno cercato tanti club, spero di restare in Italia. Toni, Pogba, Balotelli, Conte vi dico tutto"

In esclusiva ai nostri microfoni e sul nostro canale Twitch (@NicoSchiraOfficial) è intervenuto Romulo, ex centrocampista di Genoa, Verona, Fiorentina, Lazio e Juventus tra le altre che è svincolato dopo l'avventura nelle fila del Brescia. Ecco le sue parole.

IL FUTURO - "Mi sto allenando molto. Sto parlando con qualche squadra e qualche allenatore mi ha chiesto al suo club: ora dobbiamo aspettare. Potrei andare in Spagna, ho in ballo una grande opportunità, oppure tornare in Brasile. Andrò al Leganes? Vivere a Madrid sarebbe bello, ho sempre vissuto in città "calde" anche in Italia. Non posso dire di più, ma vi prometto che appena definirò il mio futuro, sarete i primi a saperlo"

LA LAZIO - "Quando ci ho giocato, mi sono subito sentito a casa e mi sono sentito molto amato. Negli ultimi cinque/sei anni ha sempre fatto molto bene, il loro segreto secondo me è la rosa. A Lotito piace cambiare pochissimo: giocatori, allenatore e direttore sportivo sono sempre praticamente gli stessi, si conoscono a memoria e hanno grandi automatismi. C'erano state delle voci sul mio ritorno alla Lazio, mi hanno fatto piacere, ma credo che fossero più legate ai problemi fisici di Lulic che a una reale trattativa".

MONZA  - "Per due volte sono stato vicino al club biancorosso, nei giorni scorsi, ma non se n'è fatto nulla: è saltata la trattativa e non se n'è fatto nulla, ma mi piacerebbe molto unirmi a loro perchè ci sono Berlusconi e Galliani, i due dirigenti più vincenti del calcio italiano. Vedremo che succederà. Mi sento molto bene, mi sto allenando molto e mi sento più forte di quando ero giovane: spero di poter firmare presto con un club".

GLI EX COMPAGNI - "Sono rimasto in contatto con tantissimi giocatori, ovviamente è molto più facile quando si parla la stessa lingua. Mi frequento ancora, in modo molto stretto, con Rafael e Nicolas con cui ho giocato nel Verona. Ho un rapporto di grande amicizia con Jorginho, e poi mi sento tuttora con Nené, Martinho, Rafa Marquez, Bessa, Empereur che ha vinto la Libertadores col Palmeiras, Luiz Felipe, Lucas Leiva... Ho sempre mantenuto ottimi rapporti con gli ex compagni".

COMPAGNO PIÙ FORTE - "Un giocatore giovane che mi aveva impressionato è Coman, che ora gioca nel Bayern, ma l'attaccante più forte che ho visto è Luca Toni: un animale d'area di rigore, che da vicino è davvero impressionante. Non sembrava avere una struttura da calciatore, con quella statura e quel fisico, però "spaccava" il pallone ed era sempre nel posto giusto: a Firenze era nel suo massimo momento, mentre nei due-tre anni a Verona avrà fatto 40/50 gol. Superlativo".

MARIO BALOTELLI - "Trovo difficile parlare di lui, perchè gli voglio molto bene. So per certo che il direttore sportivo del Monza, Antonelli, ha chiesto a lui se valesse la pena ingaggiarmi, e Mario gli ha detto di prendermi assolutamente. Mario è un ragazzo davvero fantastico, molto umile. Quello che vedete voi, il personaggio divisivo, rappresenta solo una sceneggiata davanti ai media e ai giornalisti: di lui posso dire solo belle cose, ha un cuore d'oro ed è una delle persone più simpatiche che io abbia conosciuto. Magari saremo ancora compagni nel Monza, un po' ci spero, e spero che Balotelli possa tornare ad altissimo livello". 

FIRENZE E LA FIORENTINA - "Devo tanto alla Fiorentina, che mi ha portato in Italia. Firenze è una città bellissima, i viola hanno una tifoseria spettacolare e probabilmente stanno soffrendo la pandemia e l'assenza dei tifosi: spero che possano tornare presto in vetta. Un'altra possibilità per me è quella di ritrovare Pantaleo Corvino, che mi portò in Italia, e andare al Lecce".

ANTONIO CONTE - "Mi apprezzava molto. Nei miei primi sei mesi al Verona, ricevemmo una chiamata dalla Juventus e mi dissero che Antonio Conte mi voleva in bianconero. Quando sono arrivato, sei mesi dopo, lui se n'era già andato e ho trovato Allegri, che è uno dei migliori allenatori in Italia e non capisco perchè sia ancora fermo. Conte però mi ha sempre seguito: il suo staff mi mandava messaggi d'incoraggiamento mentre stavo recuperando dall'infortunio e dalla pubalgia. Ho avuto l'anno scorso una possibilità di andare all'Inter nel mercato invernale: Antonio Conte aveva chiesto di me, però non potevo trasferirmi in nerazzurro perchè avevo già vestito le maglie di Genoa e Brescia".

POGBA - "Paul Pogba è il giocatore più forte con cui mi sono allenato nella mia lunga carriera: completo, preciso nei passaggi, fortissimo a calciare da fuori area col destro e col sinistro, tattico e tecnico. Sa dribblare e calciare, colpire di testa, difendere e inserirsi. Un fenomeno. Se me lo chiedesse, gli consiglierei di tornare a Torino: lì ha vissuto i suoi anni migliori, non si è ripetuto al Manchester e alla Juventus potrebbe vincere la Champions".

I SUOI ALLENATORI - "Ogni allenatore ti dà qualcosa. Delio Rossi mi ha insegnato a difendere e fare le diagonali difensivi, da Montella ho imparato i tempi d'attacco, da Mandorlini i tempi d'inserimento. Ho imparato da Inzaghi, da Corini che secondo me diventerà uno degli allenatori più importanti negli anni a venire: è bravissimo dal punto di vista tattica e molto intelligente. Non ho mai incrociato Sarri, ma il suo Napoli mi aveva davvero impressionato perchè giocava a memoria ed era difficilissimo da affrontare: mi piacerebbe, in futuro, essere allenato da lui. Peccato che non sia riiuscito a portare le sue idee a Torino: Jorginho mi parlava sempre benissimo di lui, mi diceva che era l'allenatore più forte che avesse mai visto".

ANDREA PIRLO - "Non lo vedevo come allenatore, perchè da giocatore parlava poco ed era molto pacato e tranquillo. La sua forza, però, è proprio il silenzio: parla poco, ma tutti lo capiscono subito e dice sempre le cose giuste. Mi aspetto che i suoi giocatori lo seguano e credano nelle sue idee. Deve sicuramente migliorare, magari non farà benissimo nel suo primo anno da allenatore, però ha margini di crescita pazzeschi e spero che possa ripetere il percorso di Zidane e ottenere grandi risultati".

ZACCAGNI - "Mi sta impressionando. L'ho conosciuto quand'era un ragazzo al Verona: giocava pochissimo e faceva fatica ad imporsi, però si vedeva che aveva un grande talento. Credo che diventerà uno dei più forti centrocampisti della Serie A: è pronto per una big, so che lo vuole il Napoli e credo sia il momento di effettuare il grande salto". 

GLI ESTERNI DELLA SERIE A - "Ho sempre ammirato tanto Cuadrado, che gioca un po' in tutti i ruoli. Abbiamo giocato insieme a Firenze, veniva dal Lecce e ho pensato subito che fosse da grande squadra: dribbla più velocemente di Neymar nell'uno-contro-uno, l'ho visto e ho pensato che fosse da Barcellona. Difende e attacca benissimo, fa assist ed è il regista offensivo della Juventus. Molte squadre ora hanno il loro giocatore più determinante sulla fascia, e credo sia una mossa giusta". 

CASSANO E TROIANIELLO - "Antonio è un grande personaggio, mi ha fatto tanto ridere. Un pazzo scatenato (ride), oltre che un grandissimo calciatore. Il più simpatico e divertente che abbia mai incontrato, però, è Gennaro Troianiello: trasmette allegria e felicità nello spogliatoio, non c'è nessuno come lui ed è un ragazzo di un altro pianeta, che ti fa ridere 24h su 24. Se fossi un direttore sportivo, uno come Troianiello lo vorrei sempre con me. Tra l'altro per 4/5 anni ha conquistato la promozione, quindi portava anche fortuna, e le sue feste erano epiche: si strappava sempre le maglie, e a un certo punto si comprava delle magliette a basso prezzo dai cinesi perchè le rompeva sempre (ride)".

IL RIMPIANTO - "Wolski, che si allenava con noi in prima squadra alla Fiorentina. Era davvero un giocatore con un talento superiore alla media e pensavo potesse arrivare in una big: invece ha vissuto gran parte della sua carriera in Polonia (gioca tuttora nel Wisla Plock, ndr). Non ho rimpianti invece sulle mie scelte calcistiche: mi sono trovato bene e ogni club avrà un posto speciale nel mio cuore. Devo invece riflettere bene sul mio prossimo passo".

LA NAZIONALE - "Avrei dovuto giocare i Mondiali in Brasile con l'Italia, ma un infortunio mi ha privato di quel sogno il giorno prima della partenza: mi ero fatto male e ho rinunciato alla convocazione, era giusto tirarsi indietro. La mia famiglia sognava quel momento, ma dovevo lasciare il posto a qualcuno che fosse al 100%: ho pianto davvero tanto, sia davanti al mister che da solo in camera, però sono stato contento di aver fatto la scelta giusta. Prandelli mi ha ringraziato e mi ha detto che il mio ciclo in Nazionale non era concluso, però non ho più vestito la maglia dell'Italia: avrei potuto farlo con Conte, ma sono stato fermo per tutta la stagione, vivendo cinque operazioni in un anno e mezzo. Ho vissuto un periodo buio, ho trovato forza nella mia fede e nella comunione con Dio, perchè avevo bisogno della giusta forza d'animo per guarire: dopo il 4° intervento sentivo sempre gli stessi dolori e ho pensato che non sarei mai guarito. Per fortuna dopo il quinto intervento tutto si è sistemato: quella situazione mi ha dato lo stimolo per allenarmi con sempre maggior grinta e maggiori stimoli. Sto meglio fisicamente di quando avevo 20/22 anni". 

IL GOL PIU' BELLO - "Il gol segnato col Verona contro il Vicenza, in quello che era un derby sentitissimo: i tifosi me lo ricordano ancora ora. Ho calciato al volo all'angolino ed è stata una rete molto pesante per la promozione". 

GLI AVVERSARI - "Il difensore più forte che io abbia affrontato è Koulibaly: è sempre capace di recuperare l'avversario, non perde mai la concentrazione ed è molto difficile da affrontare".

LE MAGLIE - "Ne ho tantissime. La maglia di Buffon firmata, quella di Pogba, di Tevez, di Pirlo, di Correa ecc ecc".

LA SUA TOP-11 - "Facciamo un 4-3-3. Buffon in porta, a destra Cuadrado, difensori Barzagli e Chiellini, a sinistra Evra. In mezzo Pirlo regista, con Milinkovic Savic e Pogba mezzali. In attacco Tevez a destra, con Toni centravanti e Immobile a sinistra. 12° uomo? Pepito Rossi, che era un giocatore fantastico, ma ce ne sarebbero tantissimi da citare".

© 2024 Nicolò Schira

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