ESCLUSIVA - Il ds italiano Cristiano Giaretta racconta la favola Pafos Fc e la sfida alla Juventus in Champions

08.12.2025 22:03 di  Redazione NS   vedi letture
© foto di Federico Gaetano
ESCLUSIVA - Il ds italiano Cristiano Giaretta racconta la favola Pafos Fc e la sfida alla Juventus in Champions

C’è anche un bel pezzo d’Italia dietro la favola Pafos, piccola cittadina turistica cipriota nota secondo la mitologia greca per aver dato i natali ad Afrodite Dea della bellezza. E in fondo in Champions League non passa inosservata neppure la matricola terribile biancoblù, capace di rimontare due volte il Monaco e battere il Villarrreal. Mica male come biglietto da visita, merito anche del grande lavoro fatto dal direttore sportivo Cristiano Giaretta. Uno che due anni fa ha avuto il coraggio di lasciato l’Inghilterra (aveva tre anni di contratto col Watford, ndr) per sposare il progetto Pafos FC. Col senno del poi: un’intuizione vincente. 

In molti però le avranno dato del pazzo all’epoca…

“(Ride, ndr). In effetti erano rimasti tutti sconcertati dalla mia scelta, però avevo bisogno di una nuova sfida e quella del Pafos mi intrigò subito. Sognavo di sentire la musichetta della Champions League dopo gli anni importanti da dirigente tra Serie A e Premier League”.

Detto, fatto.

“Onestamente non ero così ottimista di vincere il campionato al primo colpo, visto che mai il Pafos c’era riuscito nella sua storia e di qualificarci alla fase finale della Champions. Pensavo che forse ci sarebbe servito più tempo, invece i ragazzi sono stati bravissimi. Idem a entrare nella fase finale della Champions, visto che abbiamo eliminato nelle qualificazioni club del calibro di Dinamo Kiev e Stella Rossa. Adesso vogliamo continuare a sognare, anche se ci aspetta un calendario durissimo, visto che andremo a giocare contro Juve e Chelsea in trasferta”.

Sfide magiche però per un popolo che adesso sta sognando ad occhi aperti.

“In città da giorni non si parla d’altro. C’è un clima elettrico e di grande attesa verso la sfida sul campo della Juventus, che è tuttora riconosciuta all’estero come una delle società top al mondo, dotata di uno stile e di un appeal unico”. 

Sarà emozionante anche per lei tornare in Italia da avversario…

“Certamente non posso negare che sarà una bella sensazione giocare contro la Juve. Mi grafica per il lavoro fatto, visto che giovedì saranno esattamente due anni dal mio arrivo. Ne abbiamo fatta di strada. Soprattutto se ripenso all’inizio di questo percorso, che secondo molti appariva un salto nel vuoto. Invece ora sfideremo Juve e Chelsea, provando a giocarci le nostre chance di arrivare al Playoff. Servono almeno 11 punti per accedervi e sappiamo che è molto dura. Al limite ci riproveremo in futuro: quella di quest’anno rappresenta per noi un punto di partenza e non di arrivo. Il club sta, infatti, crescendo velocissimamente e intende stabilizzarsi nelle coppe europee dopo aver partecipato un anno fa alla Conference e ora alla Champions League”. 

Tra l’altro con la Juve in passato lei è stato protagonista di diverse trattative. Quale ricorda con maggior soddisfazione?

“C’era un ottimo rapporto con Marotta, che è stato mio direttore a Monza, e Paratici con cui ho giocato due anni al Lecco. Quando ero a Udine abbiamo chiuso il passaggio alla Juve del Tucu Pereyra; mentre dall’Ascoli presero Orsolini e Favilli”. 

Che ne pensa dell’attuale Juventus?

“Resta una grande squadra e prima della sconfitta di Napoli veniva da tre vittorie. Guai a sottovalutarla. Ci sono grandi giocatori e un allenatore esperto come Spalletti, che sta cercando di sistemare le cose. Quando cambi guida tecnica a novembre, significa che ci sono dei problemi: ma Luciano sta lavorando sulle teste dei giocatori per ridar loro fiducia e di conseguenza cercare di alzare il livello delle prestazioni. Vivono un momento tecnico un po’ difficile, ma la Juve resta sempre la Juve”. 

C’è un giocatore che ruberebbe ai bianconeri?

“Risposta facile: quello che tutta Europa vorrebbe, ovvero Yildiz. Un talento straordinario che sta diventando un calciatore di altissimo livello”.

Un top player ce l’ha anche il Pafos: David Luiz. Come ha fatto a convincere il brasiliano a sbarcare a Cipro?

“Quest’estate cercavamo un elemento che potesse portare esperienza e leadership alla squadra, ma che fosse dotato al tempo stesso di una grande esperienza nelle competizioni europee. Mi è venuto quasi spontaneo come nome l’idea di prendere David Luiz, dato che avevo visto che non stava giocando tantissimo nel Fortaleza. Ho subito trovato dinanzi a me un uomo di grande professionalità che si è mostrato immediatamente disponibile a sposare il nostro progetto. Tra l’altro sta ancora molto bene visto che non ha mai avuto grossi problemi fisici. Luiz per noi è davvero un valore aggiunto. Dà serenità a tutto l’ambiente, ma sa essere una guida per il gruppo. Scelta migliore non potevo fare”.

Cosa deve temere la Juve di voi?

“Il carattere. Anche quando andiamo sotto, facciamo sempre la nostra gara e non molliamo mai; infatti col Monaco siamo andati in svantaggio due volte e due volte abbiamo recuperato il risultato…”.

Infine ci fa qualche nome del suo Pafos da tenere d’occhio e che potrebbe ben figurare anche in Serie A?

“Col network e le relazioni che mi sono creato negli anni sono riuscito a convincere giocatori importanti a venire a giocare in un club che non era molto conosciuto. Tanto che adesso abbiamo in squadra ben 8 nazionali. Per velocizzare la crescita ho preso elementi già pronti, ma diversi potrebbero tranquillamente far bene in Serie A. Abbiamo preso il centrocampista Pepe dal Benfica, abbiamo una colonna della nazionale svedese come Ken Sema sulla fascia mancina. Ragazzi come Jaja, Dominguos Quina, Luckassen e Dragomir farebbero bene anche nel campionato italiano”

© 2025 Nicolò Schira

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